PARIGI FASHION WEEK, TRA BAGUETTE E SFILATE

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PARIGI

Parigi, la città dell’amore e la capitale mondiale della moda. Le pagine di diario di una giovane blogger  alle prese con moda, biglietti aerei e pagine di giornale.

PARIGI FASHION WEEK, TRA BAGUETTE E SFILATE

“Volo per Parigi in partenza, ultima chiamata. Preghiamo i passeggeri di recarsi all’imbarco”.
Sono le 7.00 di mattina e l’aeroporto “Il Caravaggio”, sito alle porte di Bergamo, straripa di gente, come sempre.
Sono ormai seduta su questa poltrona da ore in attesa della chiamata, gli inviti per le sfilate sono tutti perfettamente inseriti nel mio organizer, il mio fedelissimo I-pad è sincronizzato con il mio cellulare e il mio laptop, è tutto perfettamente in ordine.
Prendo la mia valigia rossa, il mio inseparabile beauty e la mia Louis Vuitton e corro verso la mia destinazione, l’imbarco.
Prendo posto sull’enorme aereo targato ryan-air che mi porterà nella città della moda per antonomasia: Parigi. Giusto il tempo di decollare e crollo in un sonno profondo, turbato dal forte applauso, tipico della fine di ogni volo, che mi sveglia una volta atterrata.
Devo aver dormito per tutto il volo, avrei fatto bene a bermi un caffè prima di partire.
Eccomi qui, sono a Parigi, sembra un sogno, e invece è tutto vero.
Non è affatto vero ciò che dicono: i parigini non puzzano di formaggio, penso di aver visto troppi cartoons, colgo l’occasione per mangiarmi un croissant e mi incammino verso il taxi che mi porterà in centro.

Parigi, un sogno ad occhi aperti

Parigi è stupenda, proprio come me la sono sempre sognata. Un mix di eleganza e arte che si fondono alla perfezione. Il taxi si ferma davanti ad un imponente struttura caratterizzata da balconate con tocchi color oro, è il mio Hotel. La hall è immensa, e sugli adorabili divanetti rossi sono adagiate centinaia e centinaia di persone immerse nei loro pensieri. Cammino verso la reception, il velluto rosso che sta sotto i miei piedi è morbidissimo, sembra di volare, prendo la chiave e salgo in camera, non vedo l’’ora di vederla! Numero 301, ultimo piano, inserisco la chiave nel chiavistello, giro e… meraviglia! La camera è immensa, un letto sontuoso ornato da pizzi e merletti posto dinnanzi ad un’immensa vetrata che da direttamente sulla Torre Eiffel, che spettacolo!
Sono le 19.00, scendo per la cena, la cucina Francese non è neanche lontanamente paragonabile a quella Italiana, quanto vorrei un bel piatto di polenta!
Dopo cena faccio un giro veloce in centro, a circa 10 minuti dal mio hotel, giusto per orientarmi.
Alle 23.00 sono già sotto le coperte, domani mi aspetta una giornata impegnativa, inizia la settimana della moda parigina!

La sveglia suona incessantemente da ormai una decina di minuti, odio lo shuffle ma sono troppo pigra per permettermi di evitarlo.
Salto giù dal letto, sono le 9.00 ho giusto il tempo per sistemarmi e correre alla mia prima sfilata parigina. Scendo al bar, prendo un croissant al volo e mi incammino verso l’imponente struttura all’ombra della torre Eiffel che ospita le sfilate. Passeggiando per la città mi accorgo di non essere l’unica Fashion blogger, ci sono centinaia di ragazze armate di macchina fotografica e fedelissimo Ipad.
La sfilata sta per cominciare, prendo posto e rimango ammagliata dalle creazioni di  Lucien Pellat Finet. Lo show finisce in un immenso applauso, ho giusto il tempo di raccogliere la mia maxi-bag e dirigermi verso la sfilata di Christine Phung.
A fine giornata sono esausta, sarà il cibo diverso, sarà che è tutto il giorno che corro da una sfilata all’altra, ma ho solo bisogno di una bella pizza!
Mi accomodo al tavolo di una pizzeria, ordino e… blah! Non prendete mai, e ripeto mai, la pizza a Parigi. E’ bella, carina, a forma di cuore ma.. sa di tutto fuor che di pizza.
E’ la prima serata a Parigi, entro in un bar molto carino, caratteristico, mi bevo un cappuccino e rientro in hotel.

Oggi mi sono permessa di alzarmi alle 11.00, un po’ di riposo mi ci voleva.
Un panino al volo e via verso la prima sfilata del giorno Christian Dior, un’idolo. Dopo aver mostrato l’invito alla security prendo posto vicino alla dolcissima Lilian, una Fashion Blogger conosciuta in Hotel. Le celebrities presenti, così come alle altre sfilate sono tantissime, vedo: Eva Herzigova, Estelle Lefebure, Olga Kurylenko, Olivia Palermo, Camilla Rowe, Leigh Lezark e… beh non posso ricordare tutti i nomi! Si spengono le luci e .. lo spettacolo va in scena.
Glicini, rose, viti e rami adornano la sala e creano un denso e misterioso paese delle meraviglie, mi sento tanto Alice nel paese delle meraviglie.
L’effetto è incantevole e un po’ surreale.
Sono molto attratto dalla natura e dai fiori, tutto ciò che conosciamo così bene”, spiega così Raf Simons, alla sua terza stagione al timone creativo di Dior, il perché di questa scelta, vuole iniziare a imporre la propria estetica sulla Maison e al tempo stesso celebrarne l’iconicità.
Le modelle indossano capi deliziosi: dalla giacca ai vibranti pantaloncini floreali, l’effetto è più attuale che retrò, gran parte della sfilata ha celebrato la Femme Fleur e mantiene una silhouette snella, con note sottili degli anni Cinquanta.
Dior ha ridisegnato gli abiti da ballo, decorato con inserti complicati e sovrapposizioni e si è concentrato soprattutto sull’abbigliamento da giorno con la nuova versione della borsa Lady Dior.Una sfilata davvero eccezionale che culmina con un applauso infinito.

Parigi, la fine

Siamo ormai agli sgoccioli, oggi è martedi 1 ottobre, ciò significa che domani finirà anche questa settimana della moda. Sono ormai in Francia da una settimana, il mio Francese, mischiato alla perfezione con il bergamasco, funziona alla grande e riesco a comunicare con tutti; l’unico a risentirne è il mio povero stomaco, non ho ancora trovato qualcosa di buono da mettere sotto i denti, non vedo l’ora di tornare a casa e mangiare le lasagne della nonna e, sì, una bella pizza, quella vera!
Dopo Gian Battista Valli, Chloè e Gaultier dei giorni scorsi oggi è il turno di Chanel.
In occasione indosso la mia bellissima borsa rossa dell’omonimo marchio e corro alla sfilata. Alta classe, non c’è dubbio, gli invitati indossano rigorosamente capi firmati Chanel e sono tutti muniti di invito color oro, come me.
Mi siedo tra la folla, davanti a me spuntano volti noti, tra i quali il mio idolo in assoluto: Blake Lively, Serena in Gossip Girl per intenderci!

E’ stato Karl Lagerfeld per Chanel a dare inizio all’evento, allestendo nella cornice della sala grande del Grand Palais una mostra di opere postmoderne – con la statua di Mao matélassé, la borsa 2.55 il profumo N.5 e moltissime altre icone, le quali hanno fatto da sfondo alla selezione di abiti in bouclé colorato, quasi fluo, pizzo macramé e denim, indossati dalle modelle; modelle truccate e pettinate in una versione 2.0 della regina Cleopatra, o piuttosto alla Lady Gaga. Design, materiali, stampe e dettagli iconici di Chanel sono stati reinventati secondo un idea moderna che ha lasciato tutti di stucco, me compresa: se da un lato infatti lo stile è lo stesso che da anni anima la Maison e ne ha decretato e consolidato il successo, dall’altro sembrava mancare di reale innovazione e di un’idea forte e univoca di base, un’idea che grazie a Karl Lagerfeld è emersa.
Una sfilata spettacolare, momenti che restano impressi nella mente.

E’ l’alba è sono  rimasta sveglia tutta notte girovagando per i vicoli di Parigi con i miei nuovi amici francesi. Si conclude oggi, sfortunatamente, la Parigi Fashion Week.
E’ una chiusura all’insegna dell’Arte, dell’Opera e del Teatro, dopo Chanel e Valentino ieri  oggi si esibisce Louis Vuitton con la sua collezione S/S 2014…già “si esibisce”, avete capito bene.

Si esibisce perché le sfilate parigine non sono semplici passerelle piene di altezzose modelle ma molto, molto di più; sono spettacoli, scenari, mondi incantati che permettono allo spettatore di immedesimarsi nei panni delle modelle; quest’anno Louis Vuitton, così come i suoi illustri colleghi, ha portato in passerella le contaminazioni e le dissonanze della street style e della contemporary art, la magniloquenza e la drammaticità di Bellini, Donizetti e Verdi e la grandeur di certe rappresentazioni tragiche e dark della tradizione vittoriana, in una sfilata unica, con un’ambientazione cupa e misteriosa.
Sono le 18.00, torno in hotel, raccolgo le mie cose e chiamo un taxi.
Eccomi, sono davanti al “Le bourget”, l’aeroporto di Parigi, saluto per un’ultima volta Parigi, La Tour Eiffel e la Francia e salgo sull’aereo che, in poche ore, mi riporterà alla normalità.
Ciao Parigi, ci vediamo l’anno prossimo!

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Settimana della moda a Parigi, sfilata Vuitton


 

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